Cos’è la CFT?
CFT sta per Compassion Focused Therapy, terapia focalizzata sulla Compassione. La definizione di Compassione a cui si rifà la CFT non ha niente a che vedere con la pietà, al contrario consiste in una particolare sensibilità alla propria sofferenza e a quella degli altri, unita ad un profondo desiderio e impegno ad alleviarla. La CFT è un approccio che deriva dalla psicoterapia cognitivo comportamentale e la integra con nozioni provenienti dalla psicofisiologia e con pratiche di consapevolezza, come ad esempio la pratica della Mindfulness. E’ stata ideata da Paul Gilbert, terapeuta cognitivo comportamentale che è stato presidente dell’associazione britannica cognitivo comportamentale e nasce proprio da una difficoltà che Paul incontra durante la sua pratica clinica con pazienti particolarmente autocritici. La terapia cognitivo comportamentale si basa sull’assunto secondo cui sono i pensieri a determinare il mondo in cui ci sentiamo e quindi il benessere si raggiunge attraverso la ristrutturazione dei pensieri. Paul Gilbert da buon terapeuta cognitivo comportamentale, usava fare questo con i suoi pazienti e di solito funzionava, con pazienti particolarmente autocritici però inizia a vedere che, sì i pazienti erano in grado di dirsi le “cose giuste”, di formulare pensieri adeguati e non distorti, ma è come se non li sentissero veri e quindi ciò non li aiutava a sentirsi meglio. Allora gli venne in mente di chiedere a queste persone di fargli sentire ad alta voce come si parlavano nella testa e scoprì che si dicevano le cose giuste, ma… con il tono sbagliato! Sbagliato nel senso che era un tono severo, critico, di rimprovero. Quindi la CFT nasce con l’intento di aiutare le persone ad assumere nei propri riguardi un tono e un atteggiamento gentile, accogliente, non giudicante. Nella CFT il benessere si raggiunge attraverso la regolazione dei tre sistemi emotivi. Dagli studi (Depue e Morrone-Strumpisky. 2005; LeDoux, 1998; Panksepp, 1998) è emerso che nel nostro cervello ci sono almeno tre sistemi di regolazione emotiva, che per semplificare venegono rappresentati come 3 cerchi colorati:

Il sistema rosso di protezione della minaccia, che si attiva in risposta ad un pericolo reale i immaginario e genera emozioni quali ansia, depressione, rabbia, disgusto…
Il sistema blu di eccitamento e ricerca di stimoli che si attiva quando siamo presi nel fare per raggiungere un obiettivo o quando lo abbiamo raggiunto o vinciamo qualcosa genera emozioni di orgoglio, eccitamento, vitalità.
Il sistema verde calmante che si attiva in risposta a segnali sociali affiliativi e genera emozioni di calma , sicurezza, appagamento: uno star bene con ciò che c’è senza bisogno di andare a ricercare altro. Si è visto che il sistema verde, quando è attivo, ha una funzione regolatoria sugli altri due sistemi, anche a livello fisiologico attraverso l’attivazione del nervo vago.
Quindi, in base a questo, la CFT si propone, più che agire sui sintomi del sistema rosso, di allenare il sistema verde e lo fa con pratiche che utilizzano il potere dell’immaginazione. Il nostro cervello non è in grado di distinguere se abbiamo uno stimolo davanti a noi o se lo stiamo immaginando, come quando immaginiamo di avvicinare un cibo che ci piace alla bocca e parte la salivazione, sentiamo l’acquolina in bocca anche se il cibo non è realmente presente davanti a noi. Allo stesso modo, il richiamare alla mente immagini compassionevoli, siano essere luoghi o personaggi, produce a cascata effetti benefici nel corpo e nella mente.
In quali situazioni può essere maggiormente consigliabile agire con la CFT?
Le situazioni in cui può essere maggiormente consigliabile sono quelle per cui è nata, quindi con persone particolarmente autocritiche o con bassa autostima. Inoltre nella mi pratica clinica ho riscontrato e continuo a riscontrare l’efficacia di questo approccio con persone che soffrono di ansia, in quanto tra gli effetti delle pratiche di CFT ci sono sensazioni di maggiore tranquillità e sicurezza e c’è una pratica in particolare, quella del personaggio compassionevole in cui questo personaggio che incontriamo nella nostra immaginazione, può essere di supporto e incoraggiamento nelle situazioni che ci spaventano, come se non fossimo mai soli di fronte alle nostre paure. In realtà arriviamo a sentirci più forti perchè siamo in contatto con la parte più saggia di noi, che può fungere da sostegno e da guida. La CFT ci da la possibilità di prenderci sempre più cura di noi stessi, invece di dipendere da aiuti esterni, ci insegna a stare sulle nostre gambe. In questo senso è consigliabile a chiunque desideri migliorare la qualità della propria vita, anche se non soffre di disturbi particolari.
In che modo può risultare utile agire sui sistemi emotivi e motivazionali di una persona?
In CFT si usa il potere strutturante delle motivazioni. Quando siamo in un particolare stato motivazionale, la nostra mente cambia e anche il nostro corpo cambia proprio a livello fisiologico, nel senso che cambia la concentrazione dei neurotrasmettitori, cambia il tono muscolare, cambiano il ritmo cardiaco e respiratorio. Per spiegare come agire sulla motivazione può portare a dei benefici, posso utilizzare un esempio che ho sentito da Nicola Petrocchi, presidente dell’associazione italiana Compassionate Mind Italia, che dice che se inizio la giornata con la motivazione di prevaricare gli altri o essere il migliore di tutti, sarò molto sensibile agli sguardi di critica degli altri e sarò attento a tutti quei segnali che indicano che lo scopo è minacciato, se invece inizio la giornata con la motivazione di poter cogliere i segnali di difficoltà in me stesso e negli altri e di poter essere di aiuto, la mia mente cambia e si orienta al fine di perseguire questo scopo e questo produce dei cambiamenti in me anche a livello fisiologico, cambiamenti nella direzione di una maggiore regolazione emotiva e di un maggior senso di benessere. La motivazione compassionevole può seguire tre flussi: la compassione che va da noi agli altri, la compassione che ci arriva dagli altri e la compassione che diamo a noi stessi (self compassion). Attraverso le pratiche di CFT facciamo esperienza di tutti e tre questi flussi.
Esiste qualche semplice esercizio che possiamo fare anche a casa per iniziare a beneficiare dei principi della CFT?
Come accennavo prima, per beneficiare della CFT non c’è bisogno di soffrire di qualche disturbo in particolare, ognuno di noi può beneficiare dei principi della CFT e un buon inizio può essere quello di cominciare la giornata sorridendo a noi stessi e salutandoci in modo gentile. Potremmo poi iniziare a fare attenzione al modo in cui parliamo a noi stessi nella nostra mente durante la giornata e addolcire il tono rendendolo più accogliente e meno giudicante. L’esercizio del sorriso ha anche le basi fisiologiche, in quanto è in grado di attivare il nervo vago che ha una funzione calmante sulla maggior parte degli organi del nostro corpo.

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