Uso e abuso di sostanze

La droga è un problema che angoscia molto spesso i genitori di adolescenti i quali spesso si domandano se i propri figli facciano o meno uso di sostanze.

Gli adolescenti sono molto vulnerabili agli effetti provocati dall’uso di sostanze e corrono un maggior rischio di sviluppare conseguenze a lungo termine, come disturbi di salute mentale, scarsi risultati scolastici e disturbi da uso di sostanze.

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in una segnalazione inviata al Governo afferma “…sono sempre più numerosi i giovanissimi che fanno uso di sostanze stupefacenti e alcoliche. Come testimoniato dalla comunità scientifica, l’inizio è precoce ed è in forte aumento l’utilizzo in fase di età sempre più giovane”.

Nel 1967 l’OMS definisce la droga come “…ogni sostanza naturale o artificiale in grado di modificare la psicologia e l’attività mentale degli esseri umani”; la droga, qualsiasi essa sia, interferisce non solo sulla fisiologia dell’organismo, ma anche e soprattutto sulla mente compromettendo gli equilibri psicologici, la capacità di adattamento dell’individuo e la possibilità che esso ha di far fronte a situazioni di disagio intrapsichico, ambientale o interpersonale condizionandone la possibilità di inserimento sociale. 

Non tutti gli adolescenti che usano sostanze diventano dipendenti. Per la maggior parte il consumo si colloca in una fase del loro ciclo di crescita e si esaurisce nel passaggio alla fase adulta. Una minima parte resta intrappolata in una dinamica di abuso e dipendenza. L’adolescente vive la droga come se non fosse tale, utilizza la sostanza ma sdrammatizza sulle possibili conseguenze non possedendo la percezione del rischio. 

L’utilizzo non è legato solo alla voglia di sperimentare e trasgredire ma spesso l’uso della droga rappresenta un tentativo di autoterapia per contrastare un profondo disagio emotivo e sociale cercando seppur in maniera illusoria di stare meglio, una sorta di anestesia del dolore e del senso di vulnerabilità interiore. Alla base c’è un’illusione di onnipotenza: l’adolescente si sente potente, in grado di gestire le situazioni in cui si trova ed in particolare quelle che lo mettono a disagio.

La sostanza viene anche usata come rituale di iniziazione per entrare in un gruppo o più genericamente per integrarsi. Diviene pure un facilitatore dei rapporti sessuali, aumentando le prestazioni, rendendo i rapporti più intensi e disinibiti, oppure, ancora un “sistema relazionale sostitutivo” che consente di allontanare anche se transitoriamente i propri nodi problematici e di regolare le proprie emozioni. O infine, un modo per interrompere la noia che a volte pervade.

Gli adulti di riferimento, primi fra tutti i genitori, dovrebbero essere in grado di dialogare con i propri figli, nel rispetto dei loro tempi e delle loro modalità per accoglierne eventuali disagi personali e sociali in modo che si sentano accolti e contenuti senza il timore di essere giudicati; genitori presenti, aperti e in equilibrio possono rappresentare il primo aiuto alla “tempesta emotiva” degli adolescenti ed affiancarli in questo arduo compito.

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